La metafora del tragitto - Crossing-over, presso CLANG


Crossing Over / Frequenze di ricombinazione

a cura

CLANG - via Francesco Mormino Penna 23 - Scicli
23 dicembre / 20 gennaio 2013



La metafora del tragitto

«Nell’Atene di oggi, i trasporti pubblici si chiamano metaphorai. Per andare al lavoro o rientrare a casa, si prende una “metafora” – un autobus o un treno. I racconti potrebbero portare anch’essi questo bel nome: ogni giorno, attraversano e organizzano dei luoghi; li selezionano e li collegano fra loro; ne fanno frasi e itinerari. Sono dunque percorsi di spazi».

Il concetto di metafora ha in sé il senso dell’attraversamento, dello spostamento semantico da un termine all’altro; questa definizione non vale solo in letteratura ma vira verso un campo che connette la lingua all’azione attraverso la focalizzazione di uno spazio come enunciato pratico del vissuto. La metafora, intesa come il mezzo con il quale si traghetta un significato da un luogo all’altro, può diventare il metro per tentare di misurare lo spostamento fisico di un oggetto e coglierne i cambiamenti dovuti all’attraversamento stesso.
Questo testo rappresenta dunque una piccola unità del processo che lega Bologna a Scicli per Crossing-over: l’opera di VVVB, gruppo artistico bolognese, è un segno-senso che accresce (o modifica) il suo valore attraverso vari passaggi; l’opera sbarca a Palermo e aggiunge un segno al suo senso, giunge a Caltanissetta e acquista un quid, arriva a Scicli e si mette a nudo. I vari passaggi (l’opera, il testo, la documentazione, il viaggio) si spogliano e si concedono ad ulteriori interpretazioni nell’esposizione. L’opera dal Titolo non previsto rappresenta il nostro mezzo di trasporto, la nostra metafora.
La funzione della figura retorica, stabilito il ruolo dell’opera di VVVB nel processo di una “storia esterna” che la comprende (Crossing-over), entra nello specifico delle trame che compongono “la storia interna” dell’opera stessa: il processo di costruzione dell’immagine viene traghettato dal verso al recto del foglio (o viceversa) e l’immagine stessa diventa ubiqua nel momento in cui si presenta contemporaneamente con due diverse formule comunicative. Il senso dell’immagine sembra avere la stessa radice ma è come se avvenisse uno spostamento “semantico” della forma per cui l’opera si può vedere da entrambi i lati. Il foro, che crea fisicamente il collegamento tra le due facce, è l’emblema simbolico di questa sintesi metaforica che attraversa luoghi ed unisce mittenti e destinatari.

Salvatore Davì




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